Le capacità olfattive dei cani sono circa 10.000 – 100.000 più sviluppate rispetto a quelle dell’uomo. È noto che il fiuto dei cani viene utilizzato in medicina forense, per la ricerca di persone scomparse o nel rintracciare materiali e sostanze sulla base di caratteristiche sensoriali specifiche. In ambito clinico sussiste la possibilità di poter sfruttare le capacità olfattive di cani, opportunamente allenati, per lo screening di patologie tumorali e non, caratterizzate dalla presenza di molecole biomarcatori specifici nei materiali biologici. In ambito oncologico sussistono evidenze scientifiche di tale opportunità per il melanoma, il carcinoma del polmone, della mammella, e per le neoplasie di retto, ovaio, prostata e vescica. In ambito non oncologico, invece, esistono diverse condizioni patologiche accomunate dalla presenza di composti organici volatili in materiali biologici che potrebbero essere campo di indagine ed approfondimento da parte del fiuto canino. Con questo articolo vogliamo fornire uno stato dell’arte riguardo le attuali capacità olfatto-diagnostiche dei cani, spiegandone le basi scientifiche delle loro capacità, i vantaggi e gli svantaggi del metodo, e scandagliare ambiti patologici non del tutto approfonditi, che potrebbero essere invece passibili di tale applicazione.
Leggi Articolo 2016-09-08
La diagnostica olfattiva del cane applicata alla specie umana: stato dell’arte e prospettive cliniche
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